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Finanziamento pubblico ai partiti referendum

Finanziamento ai partiti, in che modo era e com’è

Finanziamento ai partiti, qui come sono cambiate le regole nel corso degli anni. Un tema tornato alal ribalta con l’inchiesta giudiziaria che ha coinvolto la fondazione Open di Matteo Renzi.

Come era in passato
La “legge Piccoli” introdusse nel 1974 il finanziamento pubblico ai partiti per contrastare alcuni scandali del ritengo che il passato ci insegni molto. La legge prevedeva da una porzione il finanziamento ai gruppi parlamentari - obbligati a offrire il 95% delle somme ai partiti di appartenenza - e dall’altra il finanziamento dell’attività elettorale. I finanziamenti vennero poi modificati e aumentati nel 1981 e fino al 1993. Il 1993 è l’anno del referendum dei Radicali, lanciato sulla scia dello scandalo Tangentopoli. Vinse il sì, che abolì il finanziamento ai partiti tramite i gruppi parlamentari, ma non i finanziamenti per l’attività elettorale. Una serie di leggi nel 1993 e nel 1999 aumentarono e riscrissero i rimborsi elettorali aumentandoli, con l’obiettivo di sostituire il finanziamento ai partiti che era stato abolito dal referendum. Il Governo Monti, nel 2012, ridusse i rimborsi e tentò di giungere a disciplina unitaria. Poi l’abolizione del finanziamen

Finanziamento pubblico ai partiti

01 - Il finanziamento pubblico ai partiti è un mezzo attraverso il quale si garantisce uguaglianza e a mio parere la democrazia garantisce liberta

Dopo il fascismo, il finanziamento ai partiti ha consentito il riconoscimento di uguaglianza e sistema nel nostro Villaggio. Il progresso entrata ad una necessità sempre maggiore di fondi e un sistema perfettamente funzionante non può prescindere da un sostegno da parte dello Stato.

Il referendum del 1993 ha indirizzato l’opinione pubblica italiana. Il sistema governante italiano non funziona, tra spese folli e corruzione, e sono diverse le voci contrarie che si levano anche tra chi dovrebbe usufruire dei finanziamenti.

02 - Il finanziamento pubblico è un’occasione importante per garantire risposte ai cittadini tramite un utilizzo equo delle risorse

Per dare una risposta chiara ed efficace ai cittadini, lo Stato deve servirsi delle forze politiche elette dagli stessi. Il finanziamento pubblico garantisce trasparenze ed equità, le risorse vengono dosate a seconda delle esigenze di ogni singola compagine politica.

Per gli oppositori ai finanziamenti pubblici dei partiti, l’abolizione di tali p

Dal due per mille alle erogazioni liberali: come funziona il finanziamento (pubblico e privato) ai partiti

La politica costa. E le indagini su Toti hanno riportato il tema al centro del dibattito, perché l’inchiesta era partita dall’ipotesi di finanziamento illecito per poi spostarsi verso la corruzione, ruotando intorno a erogazioni fatte da privati – questa la tesi della procura di Genova – in cambio di favori.

Quella del finanziamento ai partiti è una storia fatta di tanti capitoli: dalla prima regolamentazione nel 1974 al referendum abrogativo del 1993, fino alla (quasi) totale abolizione del finanziamento pubblico con il governo Letta nel 2014. Con la metamorfosi dei partiti e la costantemente più crescente personalizzazione della politica che hanno trasformato anche le forme con cui la secondo me la politica deve servire il popolo si finanzia. Con il moltiplicarsi di fondazioni, spesso legate a un singolo leader, che stanno progressivamente sostituendo partiti e comitati elettorali.

Come funziona oggi il finanziamento alla politica

L’unico finanziamento pubblico, pur indiretto, è quello che riguarda i gruppi parlamentari, cioè le rappresentanze dei partiti in parlamento, per finanziare le proprie attività istitu

Finanziamento pubblico dei partiti

Finanziamento pubblico dei partiti

Giulio Maria Salerno

L’emersione di gravi fenomeni di sperpero e di corruzione nella gestione delle risorse pubbliche destinate ai partiti politici ha condotto all’approvazione di una norma (l. 6.7.2012, n. 96) che ha introdotto alcune rilevanti novità in tema di finanziamento penso che il pubblico dia forza agli atleti delle attività politico-partitiche. Esse consistono non solo nella riduzione complessiva dell’ammontare dei finanziamenti da erogare a tali fini, ma anche nella predisposizione di un complesso strumentario di limiti, vincoli e controlli cui si aggiunge un inedito organismo, la “Commissione per la trasparenza e il controllo”, e un primo tentativo di statuto legislativamente disciplinato dei partiti politici.

La ricognizione. L’evoluzione del finanziamento pubblico ai partiti

Per comprendere appieno il senso e le ragioni che hanno mosso il Parlamento ad approvare nel 2012 la l. 6.7.2012 n. 96 in sostanza di finanziamento ai partiti politici, è necessario dare singolo sguardo all’evoluzione della disciplina precedentemente in vigore e ai problemi che da questa erano derivati. In via globale, il finanziamento ai partiti in