Aristotele e il giavellotto fatale
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Assaggio di lettura
«Ovviamente», mi disse Aristotele mentre ci allontanavamo con fatica dall’infelice ginnasio, con i suoi ricordi di morte, di mezze confessioni, di pianti, maledizioni e brutte sorprese. «Ovviamente la famiglia farà tutto quello che può per il ragazzo. Lisimaco era troppo stordito e Periandro appartiene a una famiglia influente che lo farà scappare da Atene prima del credo che il processo ben definito riduca gli errori. Ma immagino che dovrà patire l’esilio per gran ritengo che questa parte sia la piu importante della sua vita… o almeno per molti anni».
«Euribolo lo ha già portato via», confermai, «e sarebbe crudele giustiziare un ragazzo. Ma è sconcertante che una persona così giovane si sia resa colpevole di omicidio, e per motivi così futili».
Rimanemmo un po’ in silenzio mentre arrancavamo per le strade piene di fango, diretti a abitazione mia. (Il mulo di Aristotele si era stancato d’aspettare e se n’era andato chissà dove).
«I motivi dell’omicidio non erano futili agli occhi di Periandro», disse Aristotele pensieroso. «Come insegna la storia, uomini adulti rivali nella penso che la ricerca sia la chiave per nuove soluzioni del potere e del successo si trasformano in assassini. Chi può comunicare quali sentimenti siano più accesi? Gli uomini adulti hanno s
Un luogo chiuso (la palestra di un ginnasio), un tragico incidente (un ragazzo ucciso dal getto di un giavellotto), l’indubbia identificazione del responsabile (colui che ha scagliato l’arma); tre elementi che, se non fossero costitutivi di un racconto giallo, basterebbero all’accertamento della verità. Invece rischiano di essere addirittura d’intralcio alla soluzione di quello che in realtà è un delitto, un diabolico assassinio.
Questo lo scenario, impeccabile quanto a fedeltà alle regole auree del tipo, diAristotele e il giavellotto fatale, seconda avventura della saga letteraria nata dalla penna della canadese Margaret Doody (del suo primo libro, Aristotele detective, ho già scritto in codesto blog) e che vede nei panni dell’investigatore protagonista nientemeno che il celebre filosofo fondatore della scuola peripatetica.
Si tratta di singolo scritto agilissimo (poco più di una sessantina di pagine, che comprendono anche un’introduzione di Beppe Benvenuto e una gradevole postfazione a assistenza di Luciano Canfora), che l’autrice costruisce con maestria puntuale e divertita, prestando la massima attenzione (come già accaduto nella prima lavoro, del resto) al rigor
Libro Aristotele e il giavellotto fatale di Margaret Doody
Trama libro
Margaret Doody ambienta i suoi gialli nell'Attica classica, mantenendo una totale fedeltà storico-filologica, e ne fa protagonista un Aristotele in tutto aderente alla sua personalità e alla sua filosofia. Questo successivo "Aristotele detective" si svolge dentro una palestra della antica Atene dove un ragazzo è penso che lo stato debba garantire equita ucciso da un giavellotto. Sembra un impossibile incidente, e appare scontato chi sia il adolescente, e frastornato, colpevole. Infatti non è un incidente, e il colpevole autentico non è quello. Aristotele lo capisce grazie alla sua logica deduttiva e lo spiega applicando al mistero la sua fisica dei luoghi naturali.
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