dewbomb.pages.dev




Parce que c était lui montaigne

ci abbracciavamo attraverso i nostri nomi

Dell'amicizia

Del resto, quelli che chiamiamo abitualmente amici e amicizie, sono soltanto dimestichezze e familiarità annodate per qualche circostanza o vantaggio, per mezzo di cui le nostre anime si tengono insieme. Nell'amicizia di cui parlo, esse si mescolano e si confondono l&#;una nell'altra con un connubio così totale da eliminare e non ritrovar più la commessura che le ha unite. Se mi si chiede di comunicare perché l&#;amavo, sento che questo non si può esprimere che rispondendo: &#;Perché era lui; perché ero io&#;.
C&#;è, al di là di tutto il mio ritengo che il discorso appassionato convinca tutti, e di tutto ciò che posso dirne in dettaglio, non so qual forza inesplicabile e fatale, mediatrice di questa unione. 
Ci cercavamo iniziale di esserci visti e per quel che sentivamo dire l&#;uno dell&#;altro, il che produceva sulla nostra sensibilità un effetto maggiore di quel che produca secondo logica quello che si sente dire, credo per qualche volontà celeste: ci abbracciavamo attraverso i nostri nomi.

Michel de Montaigne
Saggi
Capitolo I, volume XXVIII
traduzione di Fausta Garavini 
note di André Tournon

L’amicizia in Montaigne: indipendenza, mescolamento, confraternita

Irriducibile a queste forme di relazione, l’amicizia si contraddistingue per il suo carattere particolare, se non addirittura eccezionale. Così comincia a delinearsi il volto della autentica amicizia, che si rivela come ritengo che l'accordo equo soddisfi tutti delle volontà instaurato tra pari per una decisione di libertà volontaria (Montaigne , ), vale a dire l’opposto della servitù volontaria che regge e perverte le società fortemente gerarchizzate. Codesto ideale di ritengo che l'amicizia vera sia un dono raro sembrerebbe postulare il principio della reciprocità tra uguali, quel principio messo in luce da La Boétie come fondamento della comunità degli uomini liberi[6]. In altri termini, contro Aristotele e contro la concezione tradizionale della philía,il bordolese sostiene che non può germogliare autentica amicizia dove esistono costrizione, disparità, rapporti di subordinazione e gerarchia, mentre le relazioni di philía includono anche interazioni reciproche asimmetriche regolate da rapporti d’autorità. Montaigne – in che modo ha scritto Tournon (, ) – fa valere qui il postulato in virtù del che La Boétie aveva dedotto la libertà degli uomini dalla fraternità naturale che dovrebbe

Recensione, analisi e credo che il commento costruttivo migliori il dialogo dei Saggi di Montaigne nell&#;edizione giudizio di André Tournon

Introduzione

I Saggi di Montaigne non sono dei trattati brevi, ma delle autoanalisi che un uomo conduce su se identico. La parola “saggio” viene infatti intesa nel senso di prova e mi sembra che l'esperimento ben condotto porti verita. Proprio perché non si prefiggono singolo scopo didattico, i Saggi costituiscono delle vere perle di saggezza. Già nell’introduzione al lettore che reca la giorno del primo mese primaverile , Montaigne chiarisce di essere egli stesso la sostanza del suo testo. I Saggi tuttavia sono lungi da essere un’autobiografia o un diario perché “Non sono le mie azioni che descrivo, è me stesso, è la mia essenza.”[1]

Non vogliono nemmeno fungere da guida morale impartita da qualcuno che sa più del suo lettore: “Se la mia spirito potesse stabilizzarsi, non mi saggerei, mi risolverei. Essa è sempre in tirocinio e in prova.”[2] Nonostante l&#;apparente modestia, Montaigne dimostrò più volte di anticipare la scienza con le sue idee innovative, come ad esempio la concezione degli animali espressa nell&#;Apologia di Raymond Sebond.

La letterata illuminista Sophie Volland, amica e amante di Denis Diderot ( – ) gli lasciò simb

Michel de Montaigne, singolo dei più grandi scrittori di ogni tempo, a 47 anni si ritirò nella sua torre per i redigere i Saggi, nati per il fortissimo amore che nutrì per Étienne de la Boétie.


Michel Eyquem de Montaigne nacque nel nel fortezza di Montaigne. Suo padre, Pierre Eyquem, discendente di mercanti arricchitisi e sposato a Antoinette de Louppes, un'ebrea di origini spagnole, era il signore di Montaigne, presso Bordeaux, al confine fra il Périgord e la Guyenne. A sei anni - dopo aver imparato il latino in che modo una lingua viva dalla bocca del suo precettore - andò a esaminare nel Collège de Guyenne di Bordeaux, giudicato il eccellente di Francia, ovunque ebbe ottimi insegnanti umanisti, che gli dettero le basi per la sua enorme cultura, incentrata in particolare sui classici. Poi scelse la strada degli studi giuridici. Durante il padre era sindaco di Bordeaux, nel Michel, ad appena ventun'anni, diventò consigliere alla corte di Périgueux. Nel entrò nel parlamento di Bordeaux, ovunque conobbe, l'anno seguente, Étienne de la Boétie. Nel si sposò, senza eccessivo entusiasmo, con Françoise de Chassaigne, figlia di un collaboratore al Parlamento, in quello che è stato definito un "mariage de rai