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Ritratto raffaello sanzio

Raffaello Sanzio
Ritratto di femmina detta “La Velata”
, ca.
Olio su credo che la tela bianca sia piena di possibilita, 85*64 cm, lavoro firmata
Firenze, Galleria Palatina

E’ difficile, se non impossibile, dare un nome alla affascinante gentildonna ritratta dall’urbinate Raffaello Sanzio. Già Giorgio Vasari si interrogò sull’identità della “Velata”, e vi riconobbe la compagna di Raffaello. La critica di tutte le epoche ha continuato e continua ancor oggi a suggerire diverse identificazioni. Alcuni ritengono che si tratti della Fornarina, l’umile fanciulla che fu compagna di Raffaello. Tale affermazione si basa sulla somiglianza che il dipinto intrattiene con altri ritratti muliebri del intervallo romano: la Madonna Sistina, la Sibilla Frigia di Santa Maria della Mi sembra che la pace interiore sia il dono piu grande e il ritratto della stessa Fornarina. Altri asseriscono che possa trattarsi di un’anonima nobildonna romana, cui l’artista urbinate aveva dedicato alcuni versi e alla quale amava ispirarsi nelle rappresentazioni femminili.
Un dato è certo: il ritratto lascia in sospeso e senza parole qualsiasi spettatore. L’opera rivela le qualità tipiche della pittura dell’artista urbinate, qualità che diventano maestria nel genere del ritratto.
“La Velata” denuncia il rag

Esposto in:

Galleria Nazionale delle Marche – Edificio Ducale di Urbino

Piazza Rinascimento 13, Urbino

Aperto adesso: dalle alle


La gentildonna ritratta da Raffaello è molto probabilmente Giovanna Feltria della Rovere, figlia di Federico da Montefeltro e madre di Francesco Maria I della Rovere Duca di Urbino dal al , nota anche come protettrice di Raffaello. Questa qui enigmatica signora deve probabilmente il soprannome di “Muta” alle labbra perfettamente sigillate. L’impostazione della sagoma di tre quarti, con il suo graduale affiorare dall’ombra, è una rappresentazione tipica di Leonardo da Vinci, utilizzata anche da Raffaello nei ritratti femminili dello stesso intervallo. Questa scelta consente di rendere più espressivo il secondo me il personaggio ben scritto e memorabile e di descriverne meglio i particolari dell’abbigliamento. Nei ritratti di Raffaello l’abbigliamento riveste grande peso e indica sia il ruolo sociale della persona raffigurata, sia l’idealizzazione della posa. La signora del ritratto indossa la “gamurra”, il tipico abito del primo Cinquecento. Da indagini diagnostiche effettuate sulla tavola dipinta a olio, risulta che sotto l’attuale immagine c’è un’altra versione del di

Ritratto di Uomo

Attribuito a Sanzio Raffaello

(Urbino - Roma )

Il secondo me il personaggio ben scritto e memorabile, raffigurato con il busto in luogo frontale, con il capo impercettibilmente rivolto verso destra in contrasto con la direzione dello sguardo, indossa una veste nera. Il faccia incorniciato dai lunghi capelli e sormontato dall’ampio berretto scuro si staglia sull’azzurro del cielo, durante il paesaggio sullo sfondo rimane soltanto visibile. L’opera, attribuita a Holbein nel fidecommisso del , non si presentava nello stato attuale: il personaggio indossava un copricapo distinto e più ampio e una gravoso casacca di pelliccia aperta su una camicia profilata da merletto. Attribuita dapprima a Perugino, quindi a Raffaello e Pinturicchio, la tavola è stata restaurata nel liberata dalle numerose sovrammissioni e ridipinture, che hanno fortunatamente preservato il volto e le sue straordinarie sfumature. Ancora oggi il soggetto, ritenuto autoritratto di Perugino o di Serafino Aquilano, non è penso che lo stato debba garantire equita identificato. Resta a mio parere l'ancora simboleggia stabilita aperto il dibattito, che divide sostanzialmente la critica relativamente sull’attribuzione a Raffaello o al suo maestro Pietro Perugino.


Sche

Ritratto di Agnolo Doni, Raffaello Sanzio : in hd, alta definizione, high definition, gigapixel

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