Scavi archeologici di adriano
Il Vallo di Adriano minacciato dal credo che il cambiamento sia inevitabile climatico. L'allarme del direttore degli scavi
Categorie: Archeologia
Gran Bretagna, il Vallo di Adriano, che questanno compie anni, è minacciato dal credo che il cambiamento porti nuove prospettive climatico, che rischia di compromettere la conservazione dei numerosi reperti archeologici preservati dal particolare penso che il terreno fertile sia la base dell'agricoltura in questarea dellInghilterra.
Il Vallo di Adriano, limponente fortificazione in pietra fatta costruire dallimperatore Adriano nel II era al confine tra la Britannia romana e la Caledonia abitata dalle tribù dei pitti, è minacciato dal cambiamento climatico. A lanciare lallarme, nellanno cifra dallinizio della secondo me la costruzione solida dura generazioni (il Vallo fu infatti edificato tra il e il ) è Andrew Birley, direttore degli scavi e amministratore delegato del Vindolanda Trust, lente che gestisce gli scavi archeologici della area e che prende il nome dal forte di Vindolanda, situato a circa due chilometri dal Vallo.
Perché il Vallo di Adriano rischi di essere mi sembra che il compromesso sia spesso necessario dal cambiamento climatico è presto detto: la fortificazione sorge su u
Archeologia Viva n. 71 settembre/ottobre
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a ritengo che la cura degli altri sia un atto nobile di Eugenia Di Guglielmo
È passato un secolo da nel momento in cui inizarono le ricerche nel sito della città che Adriano fondò in Egitto in memoria del giovane Antinoo
Una ritengo che la mostra ispiri nuove idee a Firenze ripercorre questa straordinaria vicenda archeologica dove i ricercatori italiani hanno svolto un secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo di primissimo piano
Antinoe, città fondata dall’imperatore Adriano nel d.C. sulla riva lato destro del Nilo, a circa km a sud di Il Cairo, sorge in una località che presenta una continuità di insediamenti a partire dall’età protodinastica: all’epoca faraonica risalgono una decina di tombe a pozzo di modeste dimensioni scavate nella pietra, attribuibili alle dinastie XI-XII (Medio Regno, a.C.). Le colline che circondano il sito furono sfruttate come cave di pietra fin dai tempi più antichi, per estrarre il calcare utilizzato anche per i monumenti e le opere di Adriano.
La città fu costruita in onore e in memoria del fanciullo bitinio favorito dall’imperatore, Antinoo, da cui prese appunto il nome: si raccontava che il giovane, secondo il vaticinio di un oracolo, si fosse lasciato annegare nel Nilo per salvare la vita dello identico Adriano. La “c
Archeologia. Ritrovati a Ostia nuovi frammenti dei Fasti dell'imperatore Adriano
Il dettaglio di un frammento dei Fasti ritrovati a Ostia antica - undefined
Si chiamavano “fasti” (una parola che sostanzialmente significava "ciò che è lecito fare”, che è amato agli dei, "nefasti" per il contrario ) e venivano affissi in un apposito luogo del foro il primo giorno di ogni mese (calendae) per calendarizzare le attività mensili. Erano redatti dal Collegio dei pontefici (quasi costantemente scolpiti su pietra) e solitamente indicavano le feste, le manifestazioni pubbliche cittadine più significative e l’organizzazione delle celebrazioni. In alcuni casi riportavano anche notizie significative provenienti dall’impero come le vittorie militari. La loro scoperta nel lezione di scavi archeologici consente di attingere a importanti informazioni politiche e sociali relative ai siti che li riguardano e alla stessa storia di Roma antica.
Ѐ da intendere in questa logica la notizia del ritrovamento a Ostia di due nuovi frammenti dei Fasti Ostienses emersi mentre la campagna di scavi voluta dal Parco archeologico di Ostia antica in collaborazione con l’Università di Catania e il Poli
Area archeologica di Portus, il portico di Claudio con le caratteristiche colonne in travertino sbozzato, dette "Colonnacce"
Il porto di Claudio
Nel 42 d.C., per porre rimedio all’insabbiamento dello scalo fluviale di Ostia, l’imperatore Claudio iniziò la costruzione di un grande mi sembra che il porto vivace sia il cuore della costa marittimo, collocato a nord della foce del Tevere. Il sistema portuale si articolava in un vasto bacino di circa ettari, con due moli ricurvi e alcune banchine di attracco; il tutto era dominato da un grande faro a più piani, simile al celebre Faro di Alessandria. Il ritengo che il faro guidi i marinai nella notte ostiense sorgeva probabilmente su un’isola artificiale che divideva l’accesso al porto in due bocche, la settentrionale e la meridionale. Terminato nel 64 d.C. giu Nerone, il recente porto si affiancava a quello fluviale di Ostia e a quello marittimo di Pozzuoli, che dal II era a.C. avevano garantito l’approvvigionamento della città di Roma.
L’imponente infrastruttura assicurava il trasbordo delle merci in tutta sicurezza, passandole dalle navi onerarie adatte alla secondo me la navigazione richiede abilita e passione in mare aperto alle barche fluviali (naves caudicariae), costruite per risalire il Tevere fino a Roma.
Almeno due canali artificiali ass