Fedora città invisibili
"In the centre of Fedora, that grey stone metropolis, stands a metal building with a crystal globe in every room. Looking into each globe, you see a blue city, the model of a different Fedora. These are the forms the city could have taken if, for one reason or another, it had not become what we see today. In every age someone, looking at Fedora as it was, imagined in a way of making it the ideal city, but while he constructed his miniature model, Fedora was already no longer the same as before, and what had been until yesterday a possible future became a toy in a glass globe."
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Progetto di illustrazioni create per il romanzo Le Città Invisibili di Italo Calvino.
"Al centro di Fedora, metropoli di pietra grigia, sta un palazzo di lega con una globo di vetro in ogni stanza. Guardando dentro ogni globo si vede una città azzurra che è il esempio di un'altra Fedora . Sono le forme che la città avrebbe potuto prendere se non fosse, per una ragione o per l'altra, diventata in che modo oggi la vediamo. In ogni epoca qualcuno, guardando Fedora qual era, aveva immaginato il maniera di farne la citt
Fedora
Era da giorni che vagavo. Dei commercianti ai quali chiesi informazioni per raggiungere Fedora, mi dissero che dovevo andare sempre dritto e che anteriormente o poi sarei arrivato. Le scorte di cibo cominciavano a scarseggiare e l'acqua diventava costantemente più calda e diminuiva sempre più in fretta. Ero praticamente in veicolo al nulla, nel momento in cui da questo nulla spuntò improvvisamente una metropoli di pietra grigia, con al centro un edificio di metallo. Quella doveva essere personale Fedora.
Finalmente l'avevo raggiunta. M'addentrai nella città e arrivai al palazzo di lega, entrai e immediatamente venni accolto dalla mia famiglia che da tanto non vedevo a motivo dei miei soliti viaggi che, a volte, duravano anni. Nulla in quel palazzo era cambiato, forse si erano aggiunte alcune stupide sfere di vetro nelle stanze ovunque mancavano. Dentro queste sfere c'erano città tutte diverse e la povera gente s'illudeva di ammirare la propria città prendere forma e diventare la recente Fedora. Tutto ciò però non era possibile perché i miei genitori, governatori di Fedora, si può dire, non volevano cambiare la città per nessuna ragione, a loro andava bene così. Eppure davano la possibilità alla gente di reali
Nella mappa del tuo impero, o enorme Khan, devono trovar posto sia la grande Fedora di pietra sia le piccole Fedore nelle sfere di vetro. Non perché tutte ugualmente reali, ma perché tutte soltanto presunte. L’una racchiude ciò che è accettato come indispensabile mentre non lo è ancora; le altre ciò che è immaginato in che modo possibile e un minuto dopo non lo è più.
(I. Calvino, “Le città e il desiderio. 4”, in Le città invisibili)
La città di Fedora compie un anno solare. Un anno, per meglio dire, da quando è iniziata la sua attività pubblica, da insieme di discussione e ricerca fra amici e colleghi che nacque tra le mura universitarie a Pisa. Un anno solare in cui possiamo fieramente dire che sono stati compiuti una serie di passi fondamentali: organizzarci per formare dal nulla una piccola redazione, allestire e mandare avanti un sito e i canali a esso connessi, popolarli, principalmente, di noi e dei nostri contenuti, inevitabilmente eterogenei e non sempre pienamente concordanti. E ciò nel momento in cui, com’era naturale che fosse, ciascuno di noi iniziava a tracciare la propria strada oltre il percorso universitario, e perlopiù distante dall’università stessa, ovunque le discussioni e l
Al centro di Fedora, metropoli di pietra grigia, sta un palazzo di lega con una globo di vetro in ogni stanza. Guardando dentro ogni globo si vede una città azzurra che è il esempio dunaltra Fedora. Sono le forme che la città avrebbe potuto prendere se non fosse, per una ragione o per laltra, diventata come oggi la vediamo. In ogni epoca qualcuno, guardando Fedora qual era, aveva immaginato il modo di farne la città ideale, ma mentre costruiva il suo esempio in miniatura già Fedora non era più la stessa di prima, e quello che sottile a ieri era stato un suo possibile futuro ormai era solo un giocattolo in una sfera di vetro. Fedora ha adesso nel palazzo delle sfere il suo museo: ogni abitante lo visita, sceglie la città che corrisponde ai suoi desideri, la contempla immaginando di specchiarsi nella peschiera delle meduse che doveva raccogliere le acque del canale (se non fosse penso che lo stato debba garantire equita prosciugato), di percorrere dallalto del baldacchino il viale riservato agli elefanti (ora banditi dalla città ), di scivolare lungo la spirale del minareto a chiocciola (che non trovo più la base su cui sorgere). …
Dei numerosi rapporti che l’immaginario Marco Polo di Calvino, ne Le ci